Continua il nostro viaggio attraverso la storia della Puglia, alla scoperta delle tracce lasciate dalle popolazioni che dominarono, conquistarono e abitarono questa terra meravigliosa lasciando i loro segni disseminati ovunque attraverso la regione. Fra i parchi archeologici maggiormente ricchi di fascino troviamo quello di Giovinazzo, dove un passato antichissimo, risalente alla preistoria, viene a bussare alla porta raccontando una storia ricca di mistero, fascino e magia. Si tratta del parco dei Dolmen di San Silvestro, immerso nella campagna pugliese, fra distese di ulivi secolari. Qui si trova questa struttura megalitica funeraria, unica nel suo genere in tutta Italia, con un’architettura a galleria risalente a oltre due millenni fa. Visitare questo luogo offre davvero un’emozione unica, sia per la maestosità del monumento, imponente e grandioso, eretto millenni fa dai nostri progenitori, sia per la bellezza del paesaggio circostante, incontaminato e selvaggio.

Ugualmente bello e ricco di mistero il Dolmen La Chianca suggestivo per la bellezza delle linee e le notevoli dimensioni. Si tratta di una tomba realizzata a corridoio largo formato da un lunghissimo corridoio d’accesso che conduce ad una cella sepolcrale. Entrare in questo luogo provoca una commozione irrefrenabile, al pensiero che qui furono sepolti i nostri antenati che vissero e morirono nello stesso territorio che ora noi calpestiamo. A testimonianza di ciò  i numerosissimi resti di ossa umane rinvenuti nella cella e nel dromos. In questa tomba infatti furono seppellite oltre dieci persone accompagnate da un ricco corredo funerario fatto di vasi in ceramica, monili, lame di ossidiana, strumenti in bronzo e in selce.

A metà strada fra Brindisi e Lecce, nelle campagna baciate dal sole e disseminate di alberi secolari e mandorli in fiore, si apre agli occhi impressionati dello spettatore l’area archeologica di Valesio, collocata a Torchiarolo, nella località di Santo Stefano. Le prime tracce dell’antica civiltà che visse in questo territorio furono rinvenute lungo la riva del torrente Nfocaciucci, dove il lavoro degli archeologi ha permesso di riportare alla luce una straordinaria capanna messapica e oggetti in ceramica dipinta. Accanto sorgono i resti di un grandioso complesso termale romano realizzato nel IV secolo. Ancora oggi, dopo secoli, sono visibili le varie vasche costruite in successione – il frigidarium, il tepidaria e il caldarium- le latrine e la palestra. Fra queste mura il tempo sembra essersi fermato e gli ambienti sono rimasti come all’epoca, con i pavimenti decorati da mosaici e le pareti rivestite in marmo, tanto che sembra ancora di vedere, con l’immaginazione, i ricchi patrizi e i semplici cittadini che si rilassano in questa struttura adibita al benessere del corpo e della mente.

Affascinante e ricca di mistero è invece l’area archeologica dei Dauni, suddivisa in due zone, l’Area Monumentale del Serpente e quella della Collina del Serpente.  Nella prima zona si trova la tomba di una ricchissima signora romana, il cui nome ancora oggi resta sconosciuto, la donna fu seppellita in una struttura funebre grandiosa che rappresenta il suo elevatissimo rango sociale. Nella Collina del Serpente invece si trova una necropoli appartenente al Neolitico inferiore e un santuario daunio.